Cosa hanno in comune:
respirare, sentire, succhiare, masticare, deglutire, fonare e articolare?
Apparentemente nulla, ma pensandoci più approfonditamente ci rendiamo conto che sono funzioni sostenute dalla stessa anatomia (bocca, naso, muscoli facciali, lingua…) e hanno una forte relazione funzionale.
Quando una di queste funzioni non è equilibrata, si osserva uno squilibrio a catena sulle altre.
“IL MIO BAMBINO NON SA SOFFIARSI IL NASO, È SEMPRE RAFFREDDATO!”
I bambini che non riescono a respirare dal naso, possono farlo solamente dalla bocca. Se questa modalità di respirazione si protrae nel tempo, si verrà a creare uno squilibrio muscolare orofacciale. Cosa significa? Che la lingua, in posizione di riposo, non sarà appoggiata sullo spot palatale, ma sul pavimento orale. I bambini con una condizione del genere, spesso non sanno ben articolare i suoni apicali del linguaggio (come la /l/ o la /R).
“UNA VOLTA PASSATO IL RAFFREDDORE,
IL MIO BAMBINO IMPARERÀ A DIRE BENE LA “R”.
Nonostante la causa apparente venga eliminata (il raffreddore) il bambino non sarà in grado, da solo, di soffiarsi il naso, sistemare la lingua correttamente in posizione di riposo e articolare correttamente tutti i suoni del linguaggio. Il bambino ha bisogno dunque di essere consapevole che il suo comportamento è stato finora scorretto e dovrà imparare, con l’aiuto del logopedista, a impostare un nuovo atteggiamento.
“SUCCHIA IL POLLICE, MA SOLO LA NOTTE PRIMA DI ADDORMENTARSI”
“MASTICA LE PENNE QUANDO È AGITATO”
“PRENDE IL BIBERON SOLO NEL POMERIGGIO QUANDO GUARDA LA TV”
Succhiare per troppo tempo il pollice, il ciuccio o il biberon, utilizzare tettarelle modificate con conseguente eccessiva fuoriuscita di latte, scegliere gli ausili di alimentazione solo in base alla bellezza estetica (cucchiai, tettarelle, ciucci) rientrano tra le molteplici cause della deglutizione deviata.
DEGLUTIZIONE UGUALE PER TUTTI?
Pensiamo a quante volte deglutiamo in un giorno. Non solo alle volte in cui deglutiamo cibo (liquidi o solidi), ma includiamo le volte in cui deglutiamo la saliva. Centinaia e centinaia.
Nella DEGLUTIZIONE DEVIATA l’apice linguale si posiziona tra le arcate dentarie e spinge verso gli incisivi, inoltre si osserva una contrazione labiale e del muscolo mentoniero. La spinta linguale sulle arcate dentarie provoca uno sventagliamento dei denti. Il più delle volte viene consigliato un apparecchio ortodontico, ma da solo non basta: una volta tolto l’apparecchio infatti, il bambino o il ragazzo continua a posizionare l’apice linguale tra le arcate dentarie e il problema si ripresenta daccapo.
TRATTAMENTO MIOFUNZIONALE
L’equilibrio muscolare orofacciale si ripristina eliminando in primis la causa, successivamente insegnando al bambino il corretto comportamento tramite la terapia miofunzionale.
Prima di riabilitare, si valuta: per le caratteristiche multifattoriali dello squilibrio muscolare orofacciale, molti sono gli specialisti coinvolti:
• logopedista
• ortodontista
• otorinolaringoiatra
• foniatra
• pediatra
• fisioterapista
• osteopata
Nella valutazione si raccolgono informazioni sulla funzione uditiva, respiratoria, alimentare, fonatoria e articolatoria, presenza (passata o attuale) di abitudini parafunzionali, si valutano le strutture organiche (palato, lingua, morso, tonicità miofacciale) e si osserva il bambino durante la/le funzione/i squilibrate (si osserva come mastica, come respira e come deglutisce mentre fa merenda ad esempio).
Per essere efficacie, il trattamento deve:
• essere Precoce: prima avviamo il percorso, più facile sarà eliminare un comportamento errato (ad esempio la respirazione orale o la deglutizione deviata) e sostituirlo con quello giusto (respirazione nasale o deglutizione tipica) e di conseguenza ripristinare l’equilibrio orofacciale.
• essere Motivante: essendo il bambino il protagonista attivo di tale trattamento, le terapie devono essere basate sul gioco.
Se il bambino non sa soffiarsi il naso, deve prima di tutto imparare a RESPIRARE con il naso.
Nel “gioco del cane” ad esempio possiamo creare con il bambino due ossi di carta plastificata e metterli tra le labbra: in questo modo le labbra devono rimanere chiuse altrimenti l’osso cade e aumentiamo la consapevolezza della respirazione nasale.
Con “il gioco dell’elefante” soffiamo le lingue di menelik prima con la bocca, poi con una narice alla volta: il bambino deve quindi soffiare forte, altrimenti la proboscide dell’elefante non si allunga del tutto.
I giochi fatti con il bambino, sebbene possano sembrare banali e semplici, devono essere proposti con una gerarchia specifica, attentamente scelta e rispettata dal logopedista, rispetto al bambino che ha di fronte.
• Essere Consapevole: il bambino e la famiglia devono essere sin da subito consapevoli degli obiettivi da perseguire. Maggiore è la consapevolezza, maggiore sarà l’efficacia del trattamento.
• Puntare all’automatizzazione e alla generalizzazione: I giochi servono per insegnare al bambino il nuovo comportamento, una volta che il bambino ha capito e riesce a impostarlo da solo, il passo successivo è quello di eseguire il nuovo comportamento in ogni situazione di vita quotidiana. Quand’è che il trattamento ha avuto efficacia? Quando il bambino non deve più concentrarsi per posizionare la lingua sullo spot in posizione di riposo, o per respirare con il naso o per deglutire posizionando la lingua nei punti giusti.
• Intensivo e monitorato nel tempo: Solitamente un trattamento dura dagli 8 ai 10 incontri, ma molto dipende dalla motivazione del paziente e dalla eventuale compresenza di abitudini viziate. Poiché si richiede al bambino di automatizzare e generalizzare un comportamento, è più che opportuno effettuare controlli distanziati nel tempo anche fino e oltre i 12 mesi.