Un giorno l’intero Pianeta si trovò a fare i conti con un’epidemia, anzi una pandemia!
Tutti, ma proprio tutti, furono costretti a rimanere a casa.
Anche tre fratelli un po’ particolari: il signor Passato, il signor Presente e il signor Futuro. Si trovarono chiusi tra le mura della loro casa: il Tempo.
I primi giorni furono assai duri.
Il signor Passato iniziò, col suo fare da saputello, a ricordare.
Ricordò altre epidemie, guerre, catastrofi naturali, date, numeri, conteggi.
Ma anche le belle passeggiate, le uscite con gli amici, le vacanze al mare, tutto quello che lo scorso anno si poteva fare e a cui oggi si era costretti a rinunciare.
Il signor Presente si sentiva schiacciato da tutto ciò. Sentire certi discorsi del fratello, lo costringevano immobile sul divano per ore a rimuginare su quante cose si stava perdendo. Provava allora a chiedere aiuto all’altro suo fratello, il signor Futuro, per fare previsioni su come sarebbe potuta evolvere la situazione.
Ma anche il signor Futuro era fortemente angosciato. Veniva preso dall’ansia, da forti dolori, da agitazione continua che lo portava a fare avanti e indietro da una stanza all’altra. Cercava di fare programmi ma li cancellava; ne faceva di nuovi e li disfaceva. Cercava di agganciarsi ai numeri del fratello signor Passato per prevedere la durata di quella catastrofe, per capire come sarebbe andata. E non riusciva ad essere d’aiuto al fratello signor Presente.
Così Presente si sentiva sempre più triste e solo, ascoltando i suoi due fratelli.
Ricordare insieme al fratello Passato lo faceva stare male perché gli mancava tutto ciò che era stato prima. Programmare insieme a Futuro lo angosciava perché non era possibile avere certezze.
E così i primi giorni passarono senza che nessuno dei tre fratelli riuscisse a fare altro oltre a pensare, pensare, pensare…
Una mattina presto Presente, dopo l’ennesima notte insonne, per far stare in silenzio i suoi pensieri, prese in mano il vecchio ricettario del signor Passato che, grazie alla sua abile memoria, era riuscito a raccogliere ricette di tutte le epoche. E iniziò a preparare dolci e succhi di frutta per la colazione.
Questo lo fece sentire bene. Si svegliò il signor Passato e appena disse “Questi profumi mi ricordano…” il Presente lo bloccò “Sono stufo di ricordare i tempi che furono!”
“Ma, ma io…” cercò di ribattere il Passato.
“No, niente ma! Sono giorni che sono preda dei vostri discorsi e ora è il momento che voi ascoltiate me!” Sentendo le urla, intanto anche Futuro si era svegliato ed era entrato in cucina. “Ecco, bene che ci sei anche tu,” gli apostrofò Presente: “Ascoltatemi bene. Non possiamo continuare a rimuginare e basta, ci vuole che sfruttiamo questi attimi. Ci lamentiamo sempre che ci manca il Tempo, ora che siamo chiusi qui, ne abbiamo da vendere. Te Passato potresti aiutarci a ricordare attività che rimandiamo, attività piacevoli che possiamo fare chiusi in casa, ovviamente. Ce ne sarà qualcuna no?”
“Effettivamente…” rispose Passato: “Ho sempre voluto risistemare quel vecchio armadio comprato anni fa, per cui ci vogliono giorni e giorni di lavoro. Potrei iniziare da quello. E te Futuro, avresti voluto dipingere la tua camera, ricordi? Anzi renderla futuristica, come dicevi sempre te. Non potrebbe essere il momento giusto per farlo? Mentre te Presente, penso che tu lo sappia già da solo cosa vuoi…”
“Prendermi cura di me! Tornare a mangiare sano, dormire abbastanza da svegliarmi riposato, curare quelle piantine sul balcone, leggere tutti quei libri che ho comprato negli anni e non sono riuscito a leggere, fare sport…”
“Una cosa alla volta” lo interruppe Futuro “altrimenti ti verrà l’ansia di non riuscire a fare tutto.”
“Hai perfettamente ragione. Vorrei anche condividere un film con voi, o anche quel gioco da tavola che facevamo da piccoli…”
Continuarono a fare un passo alla volta. A volte il signor Passato si irrigidiva cercando di prendere il controllo e allora Presente doveva spingerlo a ballare e fare movimento per distrarsi. Oppure Futuro si infilava sotto le coperte senza uscire dalla camera, perché pensava non ci fosse speranza. E allora Presente gli preparava un dolce, una tazza di tè e glieli portava, gli raccontava una cosa accaduta proprio in quel momento con Passato, e allora dopo due minuti o trenta, o un’ora, Futuro se ne usciva, pronto per iniziare un nuovo progetto!
Non era sempre facile neanche per Presente, essere presente a se stesso, non farsi trascinare dai suoi fratelli indietro o avanti con i ricordi e i pensieri.
Ma qualche momento di tristezza era concesso a tutti e tre. In fondo stavano pur vivendo una situazione di emergenza.