Era stato un inverno particolare quello di quell’anno. Un inverno lungo e particolarmente freddo, che aveva costretto tutti gli animali della montagna a rifugiarsi nelle loro tane per qualche giorno in più del solito.
Anche Giulia, la piccola marmotta, stava trascorrendo il suo tempo in letargo con la famiglia: la sua mamma e il suo papà e il suo fratellino. Avevano dormito a lungo, gli uni vicini agli altri. Ma nell’ultimo periodo, rimanevano svegli sempre di più: avevano iniziato a giocare, con il papà che costruiva loro stravaganti piste con le biglie, o improbabile statuine con i rametti a disposizione.
Con la mamma avevano iniziato a cucinare tante cose buone. Stranamente però, rispetto all’anno prima, Giulia aveva notato che i suoi genitori erano più cauti ad uscire. Erano preoccupati perché questo inverno non si decideva a terminare, vi era ancora la neve molto alta fuori dalla tana e le scorte di cibo stavano terminando. La sera Giulia a volte pensava a come stessero i suoi nonni e i suoi amici, ma iniziava a sentire uno strano mal di pancia all’idea di uscire e andarli a trovare.
Finalmente un giorno il papà, che era andato in perlustrazione fuori dalla tana, tornò con un fiorellino ciascuno: uno grande per la mamma e due piccoli per i suoi bambini. Era il segno che si poteva uscire. Il fratellino era entusiasta, non la smetteva di saltellare qua e là e di chiedere “Papà usciamo?”. La mamma e il papà si guardarono e annuirono “Mettete un cappello in testa e la sciarpa, si prova ad uscire!”. Giulia iniziò a tremare. Non ne voleva sapere di uscire. E se fosse stato ancora presto? E se si fossero ammalati? Sentiva ancora un vento forte soffiare. E ancora non udiva i suoi amici uccellini canticchiare. No, non era sicuro.
Iniziò a piangere. Il papà sgranò gli occhi e le chiese cosa fosse successo: Giulia era sempre stata la prima a voler uscire. La mamma la abbracciò e la tranquillizzò dicendo che se non se la sentiva ancora di uscire poteva restare a casa, ma loro sarebbero usciti perché c’era bisogno di cibo.
Giulia decise di restare a casa da sola. Aveva il cuore in gola dalla paura di non vederli rientrare.
“E se ora che si torna ad uscire, mamma non avrà più tempo di cucinare con me? E se papà dovrà lavorare con le altre marmotte e non potrà costruire giochini con i ramoscelli come in questi giorni? Avremo ancora tempo per fare tutte queste cose insieme?” i pensieri nella testa di Giulia si affollavano. E più pensava più aumentava quel mal di pancia. E più si faceva forte la paura. “Ma quanto tempo stanno via?”
Quando tornarono, la mamma e il papà trovarono Giulia pallida in viso, avvolta sotto una coperta. Il fratellino non la smetteva di raccontare di quante cose belle ci fossero là fuori. Era entusiasta di condividerlo con la sorella maggiore, ma lei aveva iniziato a piangere e abbracciava forte la mamma e il papà “Vi prego, non andatevene più!”
La mamma con calma disse che aveva visto una margherita e si era ricordata di quando l’anno precedente Giulia aveva raccolto un cesto di margheritine “Ci abbiamo fatto le coroncine per tutte le tue amiche; le abbiamo invitate per la merenda. Avevamo preparato loro i biscotti, li avevamo fatti io e te. Erano buonissimi!”
Giulia smise di piangere e iniziò ad ascoltare la mamma e il papà che le raccontavano le cose belle fatte insieme la scorsa estate: le gite al fiume; i pranzi dai nonni; le corse giù per i prati; la nascita del fratellino….e così ricordo dopo ricordo, Giulia tornò a riscoprire il bello del mondo lì fuori. Sparì la neve, il vento e il freddo. Rimase il sole, il verde dei prati, il rumore del ruscello; le stelle e la luna della notte. Giulia uscì un po’ il giorno dopo, un altro po’ il giorno dopo ancora, sempre più frequentemente, ritrovando ogni giorno un po’ di quello che aveva lasciato lì fuori, per tutto quel lungo inverno, e assaporando ogni giorno la scoperta di qualcosa di nuovo.