Si trovano sul web tanti vademecum sulle cose da fare e da ricordare durante questa prova di isolamento sociale. Seppur utili e simpatici (trovate i link di un paio di questi in fondo alla pagina), riflettendo sulla nostra stessa quarantena abbiamo pensato di scriverne uno anche noi, che venga dalla nostra esperienza e che possa essere utile e fruibile anche fuori da questa quarantena.
Buona lettura!
1. Cosa ho imparato oggi?
Quando vi sentite demotivati e persi nel susseguirsi di giorni tutti uguali, provate a chiedervi “Cosa ho imparato oggi?” oppure “Cosa vorrei imparare?”. Non per forza si tratta di imparare a fare, ma piuttosto potreste imparare a sentire, a coltivare un pensiero; potreste aver imparato a riconoscere una parte dell’altro, una reazione nel vostro partner, o il motivo dei capricci di vostro figlio. L’apprendimento ha bisogno di tempo. E oggi, nelle nostre case, di tempo ne abbiamo da vendere.
2. Concedersi spazi propri
Una caratteristica di questo periodo è sicuramente la convivenza forzata, che sia con genitori, figli, compagni, mariti, amici o coinquilini. Improvvisamente il tempo che si vive insieme ha assunto una forma diversa: questo ha sicuramente richiesto un nostro adattamento. È importante quindi conservare i propri spazi, impegnandosi a ritagliare momenti in cui si sta soli. Ciò può avvenire occupando due stanze differenti nella stessa casa se possibile, oppure stando nella stessa stanza senza entrare in contatto con l’altro e rispettando il silenzio (es. uno sul tavolo e l’altro sul divano). Questo permette di
sentire rispettato l’individualità di ciascuno e di continuare a svolgere il proprio ruolo nella società (lavorare o studiare), coltivare alcuni hobby o semplicemente stare un po’ a contatto con se stessi. È sempre bene, anche con i più piccoli, concordare questo momento in modo da viverlo in modo sereno e come un’occasione, non come una privazione o una punizione.
3. Scoprire la compagnia di se stessi
Non avere il confronto con gli altri, costringe a stare allo specchio con se stessi. Può essere una compagnia scomoda oppure si può scoprire che si sta bene con questa persona. Ciò dipende anche da come ci si pone, da quale prospettiva adottiamo, proprio come faremmo con una nuova persona da conoscere. Nel silenzio, in compagnia di se stessi, si possono incontrare nuovi aspetti di sé. Ci si può accorgere che “insieme a me sto bene”. Ciò non esclude il bisogno e la mancanza degli altri, ma ci fa scoprire di essere una persona piacevole e regalandoci una nuova consapevolezza.
4. Accogliere paura e tristezza
Ci sono due emozioni che hanno inondato le nostre case a partire dal 9 Marzo (chi prima e chi dopo): la paura e la tristezza. Sono due emozioni che ognuno di noi conosce, ma da cui solitamente tenta di distrarsi in qualche modo. Ora la scappatoia è più difficile da trovare, ci si trova lì davanti a loro senza sapere bene che fare, e allora si dovrebbe provare ad ascoltarle e conoscerle meglio. Non solo è normale che ci siano, ma esse hanno anche qualcosa da insegnare. La tristezza ci fa apprezzare la felicità ed entrare in contatto con il valore di ciò che abbiamo (vedere il film Inside Out può essere d’aiuto per cogliere questo aspetto); la paura, invece, ci avverte che c’è qualche pericolo da affrontare. E come fronteggiarlo? Cercando dentro di sé le risorse che si possono mettere in campo, fermandoci ad osservare ciò che ci accade e come reagiamo/cambiamo. Questo può aiutarci anche in futuro quando paura e tristezza potrebbero ripresentarsi. Invitiamole a sedersi, parliamoci, guardiamole negli occhi, stringiamogli la mano e salutiamole come si salutano gli amici, con i loro pregi e i loro difetti.
5. Un titolo per le nostre giornate
Il pensiero creativo aiuta a trovare altre soluzioni, alternative. E in questo momento reinventarsi in qualche modo può essere un modo per evadere dalla pesantezza dei pensieri e delle notizie. Tuttavia non siamo tutti pittori, chef, o giardinieri, ma tutti abbiamo lo strumento della parola. Ne basta una per definire quel giorno o quella settimana, e può diventare anche un gioco da fare insieme a tutta la famiglia (pensate a un calendario da riempire ogni giorno, ad esempio).
6. Rinnovare la propria motivazione ogni giorno
Con i giorni uno simile all’altro, con la solitudine che ti solletica il cuore, con una data di riapertura che tarda ad arrivare, si è facilmente perso di vista lo scopo che aveva la propria vita. Sarebbe opportuno allora ricordare i propri sogni (e trovare un modo per sognare anche a occhi aperti) e ricercare dentro di sé la motivazione di prima: anche se ora abbiamo cambiato velocità, è lì, è sempre il motore di ogni nostra azione.
7. Rispettare i propri tempi
Questa quarantena ci ha concesso una gran disponibilità di tempo. Questo può essere utile per fare tante cose, ma invita anche a non avere fretta di fare. Così si può ascoltare il proprio Sé, chiedersi dove si è e se si è pronti per fare quella cosa. (Un esempio è la spesa, alcuni possono non essersi sentiti pronti e c’era la possibilità di farsela spedire.) È il momento di non sentirsi in obbligo di avere date e scadenze, ma per fare le cose secondo i propri tempi. Non va fatta una cosa perché è ora di farla, ma perché sento di volerla fare.
Il vademecum dell’Ordine degli psicologi, lo trovate qui.
Qui invece quello stilato dall’Unicef.